Vino rosato e rosé. Cosa sono, come si ottengono e come gustarli
Prima di entrare nello specifico di come vengono prodotti i vini rosati e i rosé, delle loro caratteristiche e di come abbinarli correttamente al cibo, corre l’obbligo di sfatare alcune delle molteplici false e obsolete credenze.
I vini rosati e rosé fino ad oggi sono stati troppo spesso poco considerati o addirittura sottovalutati rispetto ai vini rossi e bianchi. Ciò è da attribuire un po’ alle relativamente recenti origini (Seconda Guerra Mondiale), un po’ alla scarsa conoscenza da parte dei consumatori meno “esperti” e molto a falsi miti e pregiudizi.
Certo è che questi vini attualmente stanno vivendo una notevole rivalutazione, un trend in grande crescita, non solo in Italia, e una produzione in aumento anche nei territori non classici per la produzione di questa tipologia di vino.
Di seguito vogliamo fare un po’ di chiarezza riguardo alla loro produzione, ai falsi miti da sfatare e dare qualche suggerimento per poter gustare al meglio i vini rosati e il Prosecco rosè in abbinamento con il cibo non solo in estate.
Scoprire questo mondo e ricevere a casa vini rosati di qualità è facilitato anche da alcune grandi aziende dal valore internazionale che mettono a disposizione la loro pluridecennale esperienza e i loro ricchissimi cataloghi attraverso fornitissimi e-shop raggiungibili anche tramite app.
Miti da sfatare sui vini rosati
- La prima: NON è vero che sono vini scadenti e di qualità inferiore rispetto ai rossi e bianchi. Come per ogni tipologia di vino si possono fare delle valutazioni relative ad ogni singola etichetta.
- La seconda, ancora più scorretta: NON è vero che i vini rosati sono il risultato del miscuglio di vino rosso con vino bianco. Niente di più falso e per giunta proibito per legge. In seguito spiegheremo da cosa deriva il loro bel colore rosato.
- NON è vero che il termine rosé è sinonimo di rosato. Spesso si fa confusione, ma come vedremo in seguito sono due tipologie di vino diverse anche se simili.
E ancora si potrebbe continuare con falsi pregiudizi tipo che il rosato è un vino da donne, definizione neanche commentabile, o anche che sono vini tipicamente estivi e che vanno bevuti solo freddissimi o ancora che non si prestano all’invecchiamento. Questi sono solo alcuni dei falsi miti che hanno contribuito a limitare molto la diffusione di queste tipologie di vino che oggi al contrario si stanno guadagnando una meritata fascia di consumatori che iniziano ad apprezzarne qualità, versatilità e freschezza.
Come vengono prodotti i rosati e i rosè
In passato, è vero, il vino rosato veniva ottenuto anche dal miscuglio di vini bianchi e rossi. Questa procedura è ormai vietata per legge in tutta l’Unione Europea.
Il vino rosato si produce utilizzando uve nere vinificate in bianco lasciando le vinacce a macerare per un breve periodo, di solito da 2 ore a un massimo di 36 così che le bucce rilascino solo parte del colore al mosto. Alcune uve sono così ricche di colore che 4/5 ore di fermentazione sono più che sufficienti per ottenere un tenue e delicato colore rosato.
Le uve vengono raccolte quando sono mature e sane, cosa fondamentale per evitare cessione di sapori sgradevoli e colorazioni tendenti al giallo che potrebbero influire sul risultato finale.
La maturazione viene eseguita in contenitori di acciaio in modo veloce e a bassa temperatura. Si evita il legno in quanto rilascia sensori non compatibili con l’aroma tipico di questi vini.
Ottenuto il colore, si procede poi con la svinatura che consente di separare la parte liquida da quella solida.
Le uve
Secondo le attuali disposizioni disciplinari il vino rosato può essere prodotto con:
- uve a bacca rossa
- uve a bacca grigia
- uvaggio (uve diverse mescolate)
- assemblaggio di mosti
- MAI è consentito mescolare vini pronti ma solo i diversi tipi di frutto.
Tonalità di rosa
Il vino rosato come il vino bianco o il vino rosso assumono diverse tonalità di colore a seconda del tipo di uve utilizzate e in base al tipo di lavorazione che viene eseguita. I vini rosati naturali sono ottenuti da uve che sono naturalmente povere di materia colorante. Queste varietà non sono molte in natura e vengono solitamente vinificate in purezza per non perdere la loro tipicità.
Le tonalità di rosa si distinguono in:
- Rosa tenue
Delicato, tenue, ricorda i fiori di pesco, ottenuto da una brevissima macerazione di uve rosse, generalmente 2/3 ore; - Rosa cerasuolo
Deve il suo nome alla cerasa, ovvero alla ciliegia. È un rosa un po’ più intenso del precedente infatti è ottenuto dopo un periodo di macerazione più lungo, circa 6-10 ore. Un esempio è il Cerasuolo D’Abruzzo DOC che prende il nome da questa tonalità ed è ottenuto da uve Montepulciano. - Rosa chiaretto
Molto più scuro, quasi rosso rubino. Si ottiene con macerazioni lunghe, dalle 10 alle 24 ore.
Tipologie di vini rosati
I vini rosati si suddividono in varie categorie in base alla tipologia e alle tempistiche della macerazione e sono:
- Vin gris (vino grigio)
Il loro colore è rosa tenue perché ottenuti da uve a bassa capacità colorante. - Blush wines
Prodotti con una tecnica simile a quella dei vin gris negli Stati Uniti, vengono vinificati in bianco, ottengono il colore con la pigiatura e sono lievemente effervescenti. - Vini di una notte
La macerazione del mosto a contatto con le bucce dura per 6/12 ore. - Vini di un giorno
Per questi vini la macerazione si aggira attorno alle 24 ore. - Saignée o salasso
Durante la macerazione delle uve rosse a contatto con le bucce, viene prelevata una parte del mosto (fino al 20-30%) che viene vinificata in bianco.
Prosecco Rosé. Cos’è e come è prodotto
È convinzione diffusa che il termine “rosè” sia sinonimo rosato in generale. Invece, il temine rosé indica uno specifico vino rosato spumante o Prosecco DOC.
In generale il Prosecco Rosé DOC, per ottenere la tipica colorazione «rosé», prevede la seguente composizione di varietà di viti:
– Glera B. minimo 85 %, massimo 90 %;
– Pinot nero vinificato in rosso minimo 10 %, massimo 15 %.
Le caratteristiche organolettiche del Prosecco rosé DOC prevedono un colore Rosa tenue, con bollicine fini e persistenti.
Il profilo olfattivo del vino Prosecco rosé DOC è caratteristico, fine e al palato risulta fresco, morbido, secco.
I migliori Spumanti Rosé del mondo sono fatti con un vitigno pregiato quale il Pinot Nero.
Le zone tipiche di origine di questi spumanti sono rinomate come Franciacorta e Trentino, nella zona del Trento Doc, Bardolino, sulla sponda veronese del Lago di Garda, dove domina l’uva Corvina e il Salento, in cui si usa prevalentemente il Negroamaro.
Per approfondire la differenza tra le varie tipologie di bollicine si rimanda alla nostre pagine dedicate:
Caratteristiche organolettiche e servizio
I vini rosati hanno un gusto molto morbido poco tanninico, incredibilmente versatili, ottima alternativa ai vini rossi o bianchi. In particolare, sono meno acidi rispetto ai vini bianchi ma più acidi rispetto a quelli rossi.
Il loro profumo è delicato, può ricordare le ciliegie, le fragole e in generale la frutta fresca.
Vanno serviti freschi, ma non ghiacciati. La temperatura ideale si attesta intorno ai 10-12°, come per il vino bianco.
Il grado alcolico è solitamente compreso tra 12,5% e 13,5%. Alcuni rosati pugliesi come il Negroamaro, il Primitivo o anche l’Aglianico possono raggiungere una percentuale alcolica del 14,5%.
Abbinamenti col cibo
Per gli abbinamenti si può parlare tranquillamente di estrema versatilità e per questo sono molto apprezzati da chef e wine lover. Inoltre i rosati mettono d’accordo un po’ tutti i gusti, sia di chi predilige il rosso che di chi ama il bianco.
I vini rosati più leggeri e meno strutturati sono ideali con piatti quali:
- antipasti vari e antipasti di mare,
- crostacei,
- risotti di verdure
- formaggi freschi.
Mentre i vini rosati più carichi e strutturati si abbinano anche con piatti più importanti come:
- pietanze con sugo di pomodoro,
- carni bianche,
- arrosti,
- affettati
- formaggi di media stagionatura.
Da provare anche con la pizza.
Vedi anche Abbinamenti vino e cibo.
Cenni storici
- Secondo una leggenda il vino rosato nascerebbe in un paesino del Lago di Garda per mano di un prete un po’ sfaccendato.
- Più verosimilmente si fa risalire l’arrivo del rosato sulle nostre tavole in tempi recenti, alla Seconda Guerra Mondiale, nel 1943, quando viene prodotto il Five Roses, il primo vino rosato dell’azienda Leone De Castris, largamente commercializzato in Italia ed destinato agli americani, un vino pugliese, nello specifico salentino, ottenuto da 90% Negroamaro e 10% Malvasia Nera. È oggi uno dei rosati più conosciuti in Italia e all’estero.
- Per alcuni storici invece questa tipologia di vini nascerebbe in Francia a fine ‘800.
- Mentre, nei primi anni ‘70 del XX Secolo, nasce negli Stati Uniti un vino conosciuto come White Zinfandel, definito “vino nato per sbaglio”, ottenuto dalla vinificazione in bianco dell’uvaggio rosso Zinfandel.
- Quel che è certo è che ancora oggi aree quali Provenza, Languedoc e Italia sono le aree dove si produce e si consuma la maggiore quantità di vini rosati.