Verdicchio
Il vino Verdicchio (DOC) è prodotto da un antichissimo vitigno delle Marche. Il Verdicchio è stato commercialmente fortunato nel mondo a partire dagli anni ’60 in una sua versione semplice, fresca, giovanile. L’elevata freschezza del Verdicchio ne consente un’efficace spumantizzazione, ma la sua più preziosa vocazione è stata valorizzata soltanto di recente, grazie a prodotti fermi e asciutti, di buon corpo ed interessante affinabilità, con un utilizzo ormai frequente di barriques.
Informazioni generali
Colore
Color oro verde.
Profumo
Il profumo è ricco di fiori di campo, toni agrumati, pesca e mela. Ancora più fruttato è Matelica, che sorge a maggior altitudine.
Gusto
In bocca lascia un gusto finale di mandorla. Vino secco, fresco ma spesso sapido, non solo per l’aria salmastra, ma anche per i banchi di salnitro di alcuni territori jesini. Il finale in bocca è amarognolo.
Gradazione
Per il Verdicchio dei Castelli di Jesi e Classico, minimo 11,5°. Per il Classico Superiore minimo 12° e per il Riserva minimo 12,5°. La menzione Riserva può essere designata in etichetta se il vino presenta una gradazione alcolica di 12,5° ed un invecchiamento minimo di 24 mesi, dei quali almeno 6 in bottiglia. La tipologia Passito deve avere almeno una gradazione alcolica di 15° ed un anno circa di invecchiamento.
Prezzo
Economico.
Invecchiamento
Il Verdicchio va bevuto giovane; i vini provenienti dalle zone più soleggiate e ventilate hanno maggiore longevità e carattere e si conservano bene per due e addirittura tre anni, anche con un breve passaggio in botti di legno.
Abbinamento
Vino da tutto pasto grazie alla sua struttura e persistenza gusto-olfattiva, che a volte è paragonabile alla struttura corposa di un vino rosso. Si abbina bene soprattutto con il pesce, e in particolare sugli antipasti, oppure risotti e cotture alla griglia o gratinate. Eccezionale le versioni riserva con coniglio in porchetta. Vedi Abbinamento vino cibo.
Vitigni impiegati
Uve dal vitigno Verdicchio, e al massimo un 15% di altre uve a bacca bianca. Il Verdicchio dei castelli di Jesi è uno dei bianchi più famosi al mondo, la particolare natura del terreno della zona, le favorevoli condizioni climatiche e, soprattutto, la costante ventilazione che impedisce il formarsi di umidità sui grappoli, rende possibile l’ottimale sviluppo dell’uva in questa zona.
La bottiglia
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi è inconfondibile anche per l’esclusiva bottiglia a forma di anfora, disegnata dall’architetto Maiocchi negli anni ’50, per valorizzare oltre al vino anche bellezza e sinuosità della Regione Marche. Vedi Bottiglie da vino.
Il Verdicchio di Matelica
Vino dalla storia relativamente recente: si è iniziato ad apprezzarlo solo in tempo recenti, grazie anche al traino dell’altro Verdicchio più noto, quello dei Castelli di Jesi. La valorizzazione avviene nel 1967 con l’entrata del Verdicchio di Matelica tra le denominazioni di origine controllata. Grazie al lavoro di esperti enologi e motivati produttori si è riuscito a ottenere un ottimo vino con il vero “gusto” della terra di Matelica, uscendo così dall’ombra del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Nel 2009 arriva la D.O.C.G. per il Verdicchio di Matelica Riserva.
Il vitigno
Il vino Verdicchio di Matelica deve essere prodotto in percentuale non inferiore all’85% con vitigno Verdicchio; per il restante 15% si possono utilizzare vitigni a bacca bianca ammessi alla coltivazione nell’interno dell Regione Marche.
Le zone di produzione
Comprende i comuni che si trovano a ridosso dell’alta valle dell’Esino : Camerino, Castelraimondo, Esanatoglia, Gagliole, Matelica, Pioraco, Cerreto d’Esi e Fabriano. Tipologie: Il Verdicchio di Matelica viene prodotto nelle versioni secco, spumante, riserva (minimo 25 mesi di affinamento) e passito.
Caratteristiche organolettiche
Vino con molta struttura, sapido e caratterizzato da buoni profumi dovuti al microclima di tipo continentale. Di colore giallo paglierino con inconfondibili riflessi verdolini, in bocca si presenta secco, persistente e caldo con sentori che ricordano la frutta matura, candita nella versione riserva. Un’avvolgente morbidezza regala al palato sensazioni di rotondità che non stancano, grazie anche al retrogusto di mandorla tipico del Verdicchio.
Abbinamenti consigliati
Cucina di mare, zuppe di pesce, brodetti ma anche carni bianche trovano un indicato abbinamento con il Verdicchio di Matelica. Interessante provarlo con minestre, risi, e cotture in potacchio.
Temperatura di servizio
Per apprezzarne a pieno struttura e morbidezza va servito alla temperatura di 8-10°C in calici di medie dimensioni.
Zona di produzione
La zona è quella dei Castelli di Jesi (con denominazione in etichetta di Classico). Altre zone comprendono le colline al centro della provincia di Ancona. Il cugino del Verdicchio Classico è il Matelica prodotto nelle zone che comprendono il cuore dell’Alta Valle Esina
Informazioni operative
Il bicchiere
Calici di media dimensione svasati alla sommità. Vedi Bicchieri da vino.
Temperatura di servizio
Circa 8°-12°C. Vedi Termometri da vino.
Informazioni culturali
Nella storia
Si narra che il re Visigoto Alarico facesse incetta di Verdicchio dei Castelli di Jesi, sulla strada per Roma, per accrescere il vigore dei suoi soldati…”seco portasse quaranta some in barili nulla a sé stimando recar sanitade et bellico vigor melio” di quel vino.
A Cupramontana (AN) città nata attorno ad un tempio eretto in onore della dea Cupra, fatto restaurare dall’imperatore romano Adriano nel 217 d.C., si tenevano riti propiziatori con sacre bevute di un vino, probabile antenato del Verdicchio, in onore, appunto, di Cupra, dea della ricchezza e dell’opulenza.
Palio del Verdicchio a Cupra Montana
La Sagra dell’Uva di Cupra Montana (AN) la prima domenica di Ottobre. Durante questa festa si svolge lo storico “Palio del verdicchio”, gara di pigiatura con i piedi, proprio com’era fatta nei secoli passati, si disputa tra i rappresentanti dei comuni della zona di produzione del verdicchio DOC.
Turismo eno-gastronomico
I Castelli di Jesi sono 14 si pongono a ferro di cavallo sulle colline attorno alla vallata di Jesi. Per la maggior parte hanno conservato immutato l’aspetto tipico medioevale, pertanto questa zona è molto caratteristica.