Farrata
- Bambini: adatto ai bambini
- Celiachia: contiene glutine
- Difficoltà: facile
Le farrate o tenerelli sono dei rustici, quasi dei panzerotti, che si servono tradizionalmente a Carnevale, nella zona di Manfredonia in Puglia.
Ingredienti per Farrata
Per 12 farrate
- Ricotta di pecora fresca 1.50 kg
- Grano duro cotto 1 barattolo
- Maggiorana 2 mazzetti
- Farina di farro 1 kg
- Pepe 15 gr
- Sale 2 cucchiai
- Acqua 2 bicchieri
- Uova di gallina 2 tuorli
- Cannella qb
Procedimento per Farrata
- Rimuovere i ramoscelli dalla menta maggiorana e lasciare solo le foglie. Mescolare in un recipiente abbastanza grande, la ricotta, il grano e la maggiorana appena pulita. Aggiungere tutto il pepe e la cannella e mescolare fino ad ottenere un amalgama uniforme degli ingredienti.
- Lasciare riposare per mezz’ora affinché la menta maggiorana possa aromatizzare la ricotta fresca.
Nel frattempo, impastare la farina aggiungendo lentamente l’acqua e il sale. Amalgamare bene la farina fino ad ottenere un impasto non troppo morbido. - Preparare delle sfoglie di pasta non più spesse di 2 mm. Tagliarte la sfoglia in maniera circolare usando un coltello o l’apposito rullo da taglio. Le forme ottenute saranno usate a coppie, una per il fondo e una per coprire il ripieno della farrata. Riempire ogni sfoglia con due cucchiai dell’impasto di ricotta ottenuto in precedenza, e coprire con un’altra sfoglia. Con indice e pollice unite le due sfoglie ripiegando la pasta verso l’interno della farrata, come un calzone.
- Montare i due tuorli d’uova, e con un pennello piccolo cospargere la parte superiore della farrata
- Prima di infornare, bucare con una forchetta la parte superiore della farrata stessa, onde evitare bolle d’aria all’interno. Infornate per mezz’ora nel forno a 180°.
Come servire
Calde e croccanti.
Vino da abbinare
Accompagnare con un buon Moscato di Trani.
Curiosità
Appena sfornate, calde e croccanti, facevano, durante i giorni di carnevale, il giro delle strade e dei cortili, attraverso i gridi di ragazzi incappottati, che già dalle cinque del mattino, così come viene riferito in una delle tante riuscitissime canzoni in vernacolo del poeta Michele Racioppa “A farrète”.