Castagnaccio
Detto anche migliaccio o pattona, è una torta di farina di castagne tipica delle zone appenniniche di Toscana, Liguria, Emilia e Piemonte. Piatto tipicamente autunnale, il castagnaccio è un piatto “povero”. In Toscana, da dove è originario, il castagnaccio si prepara basso 1 cm o poco più e cotto solo con rosmarino e olio. Altrove lo si trova più alto, 2 o 3 cm e guarnito anche con pinoli e/o uvetta. Qualcuno aggiunge anche zucchero.
Ingredienti
- Farina di castagne 500 gr
- Uva sultanina o passa uvetta, uva passa 100 gr
- Pinoli 50 gr
- Olio extra vergine d’oliva qb
- Sale qb
Procedimento
- Mettere a bagno l’uvetta.
- Setacciare la farina di castagne in una ciotola.
- Unire due pizzichi di sale e versare, sempre mescolando, acqua fino ad ottenere una pastella morbidissima e senza grumi.
- Versare in una teglia da forno grande con i bordi bassi dopo averla unta con l’olio d’oliva.
- Spargere sopra i pinoli e l’uvetta ben strizzata e asciugata e irrorare con un filo d’olio d’oliva.
- Infornare a 180° fino a che si formerà una crosticina in superficie.
Suggerimenti
- Il castagnaccio, secondo l’antica ricetta Toscana, andrebbe fatto cuocere in una teglia bassa possibilmente di rame stagnato.
- Anche la scelta della farina è importante. Si dovrebbe usare la cosiddetta “farina dolce” che si trova in commercio solo da fine novembre. Se l’acquistate al supermecato la farina di castagne deve essere fine, soffice e già dolcissima anche senza l’aggiunta di zucchero mentre la farina di castagne scadente è molto granulosa e poco saporita.
Abbinamento col vino
Accompagnamento ideale del castagnaccio sono il vino novello, o vini dolci come il vin santo. Vedi anche
Origine
Zone appenniniche di Toscana, Liguria, Emilia e Piemonte.
Anche detto
Baldino, migliaccio, ghirighio, patona o pattona.
Leggende e storia
Secondo quanto si legge nel “Commentario delle più notabili et mostruose cose d’Italia e di altri luoghi”, di Ortensio Landi (Venetia, 1553), l’inventore del castagnaccio pare sia stato un certo Pilade da Lucca, che fu “il primo che facesse castagnazzi e di questo ne riportò loda”.
Una romantica leggenda narra che le foglioline di rosmarino utilizzate per profumare il castagnaccio, costituissero un potente elisir d’amore e che il giovane che avesse mangiato il dolce offertogli da una ragazza, si sarebbe subito innamorato di lei e l’avrebbe chiesta in sposa.