Radicchio rosso di Verona
Il radicchio rosso di Verona può essere distinto in “tipo precoce” oppure “tipo tardivo”. Deriva dal Radicchio rosso di Treviso anche se si distingue perchè più corto e più tondo. Di forma sferoidale, ha foglie rotondeggianti che in autunno si chiudono a formare un grumolo pieno e compatto. La nervatura principale è bianca e molto sviluppata; il lembo fogliare è rosso e privo di frastagliature ai margini. Il sapore è gradevolmente amarognolo e croccante nella consistenza. Usato in tante ricette come nei risotti e alla griglia. Le definizioni di radicchio precoce e tardivo derivano dal periodo in cui avviene la raccolta.
Informazioni generali
Utilizzo principale
In cucina i vari tipi di radicchio si prestano a diversi impieghi: in particolare si preparano insalate crude e miste, radicchio in pinzimonio, ai ferri, saltato in padella oppure come ingrediente principale di risotti.
Altri utilizzi
Il succo di radicchio viene utilizzato in cosmesi per produrre preparati per la pelle irritata e per il cuoio capelluto e per i capelli.
La pianta
Il radicchio, Cichorium intybus L., è un ortaggio da foglia, del gruppo delle cicorie, a prevalente consumo invernale.
Stagionalità
La raccolta inizia a ottobre e prosegue fino a febbraio, a seconda della precocità.
Reperibilità
Facile.
Varietà
I radicchi vengono classificati in base all’epoca di raccolta (precoci e tardivi).
Informazioni culinarie
Come scegliere
Quando si acquista il radicchio è molto importante che le foglie non siano appassite o troppo bagnate, perché il contenuto vitaminico dipende dalla freschezza del prodotto. Le foglie non devono essere troppo scure e macchiate e il cespo deve essere leggermente aperto. Se la parte esterna del cespo fosse leggermente appassita, bisogna eliminarla insieme alla base altrimenti può risultare molto amara.
Come pulire
È preferibile tagliare i cespi a metà ed allargare leggermente le foglie per far penetrare l’acqua tra le foglie.
Come conservare
Si conserva in frigo nello scomparto della verdura, chiuso in un sacchetto di plastica o avvolto in un telo da cucina. Può essere conservato in frigo anche per una settimana.
Suggerimenti
Per smorzare il sapore amaro, metterli a bagno, interi o tagliati, nell’acqua per due-tre ore prima di consumarli.
Informazioni geografiche
Zona di produzione coltivazione
La zona di produzione del “Radicchio di Verona Veneto” comprende il territorio dei comuni di: Trevenzuolo, Salizzole, Nogara, Concamarise, Sanguinetto, Cerea, Casaleone, Legnago, Minerbe, Roveredo di Guà, Cologna Veneta, Veronella, Arcole, Zimella, Isola della Scala, Bovolone, Bevilacqua, S. Pietro di Morubio, Roverchiara, Gazzo Veronese, Sorgà, Erbè, Oppeano, Isola Rizza, Albaredo d’Adige, Pressana, Villa Bartolomea, Castagnaro, Terrazzo, Boschi S. Anna, Angiari, Bonavigo.
Informazioni nutrizionali
Il radicchio ha molte caratteristiche benefiche. E’ depurativo ed è consigliato in caso di stitichezza e grazie all’elevato contenuto di vitamina A, vitamina C e di ferro, facilita la digestione, la funzione epatica e stimola la secrezione biliare. Inoltre è ottimo anche in caso di diabete, obesità ed insonnia. E’ particolarmente indicato a chi ha problemi di pelle, di artrite e di reumatismi
Il consumo regolare, sia crudo che cotto, delle foglie o delle radici di questo ortaggio ha un effetto benefico sullo stato fisico e, inoltre, il suo succo viene utilizzato in cosmesi per produrre preparati per la pelle irritata.
Celiachia
Non contiene glutine.
Controindicazioni
Data la sua composizione e le sue proprietà nutritive, è invece controindicato in caso di ulcera gastro-duodenale e di gastroenterocolite.
Tabella nutrienti
Nutriente | Valore |
Calorie | 13 Kcal |
Valori per ogni 72 gr di prodotto.
Informazioni culturali
Nella storia
Verona la coltivazione del radicchio iniziò ai primi del 1900 nelle zone di Avesa, di Quinzano e nella Valpolicella. La semina avveniva lungo gli interfilari delle viti o delle piante da frutto o seguiva il frumento; il prodotto era chiamato “cicoria rossa”. La coltivazione si specializzò maggiormente con l’introduzione della tecnica dell’ “imbianchimento”, importata in Italia alla fine del XVIII secolo dal belga Francesco Van Den Borre. I radicchi si collocavano a mazzi in buche scavate direttamente nei letamai, la pulitura veniva fatta nel “caldo” interno delle stalle e il prodotto, pulito dalle foglie esterne, veniva offerto al mercato con il nome di “zermoii” (un germoglio che sbocciava sulla tavola dei veronesi durante l’inverno).
Dopo l’ultimo conflitto mondiale, iniziava la coltivazione estensiva del Radicchio “Rosso di Verona” per i mercati nazionali e per l’esportazione. Si adottarono nuovi incroci fra l’originario radicchio e una selezione di “Rosso di Treviso” per avere piante più contenute in altezza, di forma meno affusolata rispetto all’originale radicchio trevigiano, con grumolo pieno e molto affusolato.La coltivazione del radicchio si estese soprattutto nella pianura veronese nelle zone del colognese, di Legnago, di Casaleone, fino a Isola della Scala.
Eventi relazionati
Casaleone (VR), Fiera del radicchio rosso a Roveredo Di Gua’ (VR), Fiera a Asigliano Veneto (VR).
Anche detto
Detto anche cicoria rossa, trevisana o trevigiana.
Dialetti
Dialetto | Voce |
Emilia Romagna | gurgnàg, gurgnäl |
Liguria | radiccia |
Trentino Alto Adige | radicio |
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