Le microplastiche: dove non ti sogneresti mai di trovarle

Le microplastiche: dove non ti sogneresti mai di trovarle

Molto spesso non possiamo farci niente ma in alcuni casi anche i piccoli gesti di tutti i giorni possono ridurre la produzione e dispersione di microplastiche nell’ambiente.

Mai come in questi giorni si è parlato degli effetti devastanti della plastica per la salute dei nostri mari, del pianeta intero e di conseguenza per i suoi abitanti, animali e umani. Ma se pensiamo che siano solo gli oggetti classici a contenere plastica come bottigliette, bicchieri e piatti monouso, cottonfioc ecc…ci sbagliamo. Infatti molti prodotti che acquistiamo ed usiamo regolarmente “contengono” microplastiche, le più comuni sono il polipropilene e polietilene tereftalato e non da meno sono certe azioni che compiamo ogni giorno e che producono la dispersione di microplastiche nell’ambiente. Uno studio della University of Victoria (Canada), pubblicato su Environmental Science & Technology, stima che ogni essere umano ingerisca da 39.000 a 52.000 particelle di plastica (microplastiche) l’anno, e anche il doppio se si prende in considerazione l’inalazione.

Cosa sono le microplastiche

Le microplastiche sono piccolissime particelle di materiale plastico di dimensione inferiore ai 5 mm e sono indicate come PE, cioè polietilene o politilene, che è il più semplice dei polimeri sintetici.
Una ricerca scientifica condotta da Università Politecnica delle Marche, Greenpeace e Istituto di
Scienze Marine
del CNR di Genova ha rilevato la presenza di particelle di microplastica anche in
pesci e invertebrati.

Prodotti e azioni che disperdono microplastiche

A parte nell’aria che respiriamo e nell’acqua che beviamo anche dal rubinetto, le microplastiche si disperdono nell’ambiente anche tramite oggetti e abitudini che non penseremmo mai possano contribuire all’inquinamento ambientale.

Col nostro comportamento quotidiano anche nei piccoli gesti e con la scelta consapevole nei nostri acquisti possiamo essere d’aiuto al nostro pianeta, non è MAI troppo tardi!
Quindi vediamo in quali prodotti “non sospetti” ci può essere presenza di microplastiche.

1. In alcuni cosmetici

Si trovano indicate con la sigla PE in alcuni prodotti cosmetici per detergere o esfoliare come scrub, saponi, schiume da barba, gel e persino dentifrici. Sarebbero circa 3.000 particelle per millilitro di prodotto e dal momento che in tanti ne facciamo uso tutti i giorni l’impatto sull’ambiente non è trascurabile. Oggi una legge vieta l’utilizzo delle microplastiche all’interno di cosmetici e prodotti per l’igiene personale in moltissimi paesi dell’Unione Europea, in Inghilterra, in Canada e negli Stati Uniti.
Alcune app aiutano a riconoscere i cosmetici che le contengono.

2. Nel sale da cucina

Una ricerca pubblicata su EnvironmentalScience and Technology, condotta da Greenpeace e dall’Università di Incheon in Corea del Sud, rivela che 36 su 39 campioni di sale da cucina analizzati, provenienti da vari Paesi del mondo compresa l’Italia contengono microplastiche, come polietilene, polipropilene e polietilene tereftalato. Un’adulto in un solo anno potrebbe ingerire fino a 2000 microplastiche attraverso il sale da cucina.

3. Nella birra

L’11 Aprile 2018 sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto negli USA, da cui si evince che ogni litro di birra prodotta con l’acqua di almeno uno dei 5 Great Lakes contiene in media 4,06 particelle di fibre di plastica.

4. Bustine del tè

I filtri per infusi in materiale plastico, sempre più presenti sul mercato, rilasciano miliardi di micro e nanoparticelle di plastica per ogni tazza di tè quando entrano a contatto con l’acqua bollente. Uno studio pubblicato su Environmental Science and Technology dai ricercatori della McGill University di Montreal, in Canada, denuncia numeri molto preoccupanti.

5. Lavando i tessuti sintetici

Attraverso i lavaggi in lavatrice, gli indumenti fatti di tessuti sintetici, vengono “erosi” rilasciando fibre di platica come poliestere, acrilico e poliammide che si immettono nei sistemi idrici.
La Norwegian environment agency ha rilevato che ogni lavaggio di ogni singolo indumento rilascia fino a 1.900 fibre sintetiche superando quello dei cosmetici e rappresentando il 35% di tutte le microplastiche presenti nelle acque.

6. Quando guidiamo la macchina

Una rilevante quantità di microplastiche vengono sprigionate quando gli pneumatici, che sono costituiti da polimeri sintetici mischiati a gomma e altri additivi, sfregano sull’asfalto durante la guida. Pioggia e vento poi fanno il resto, trasportandole nei mari e nelle acque in genere.
E gli stessi cartelli stradali, fatti in termoplastica, a causa degli agenti atmosferici, rilasciano piccole particelle.

Potrebbe interessarti anche