Luigi Taglienti

Luigi Taglienti

Luigi Taglienti è uno degli chef italiani più acclamati, conosciuto per il suo approccio audace e innovativo alla cucina italiana. Con un’impressionante carriera alle spalle e una passione ineguagliabile per la gastronomia, Taglienti ha saputo conquistare il palato di esperti e appassionati, grazie a un linguaggio culinario raffinato che coniuga sapori tradizionali con tecniche innovative.

Gli inizi e la formazione

Nato a Savona nel 1979, Luigi Taglienti sviluppa fin da giovane una profonda passione per la cucina. Dopo aver frequentato la scuola alberghiera, si forma nei migliori ristoranti italiani, lavorando sotto la guida di grandi maestri come Ezio Santin e Carlo Cracco. Santin, uno dei più influenti chef italiani, ha avuto un impatto significativo su Taglienti, trasmettendogli il rigore e la dedizione necessari per eccellere in cucina. Anche Cracco, noto per la sua cucina sperimentale, ha contribuito a stimolare in Taglienti la voglia di innovare e rompere con le convenzioni.

Dopo aver fatto esperienza in alcune delle più prestigiose cucine d’Italia, Luigi Taglienti si fa notare nel 2009 quando prende le redini del ristorante Antiche Contrade a Cuneo. Qui riesce a ottenere la sua prima stella Michelin, riconoscimento che segna l’inizio della sua scalata nel panorama gastronomico italiano. La sua cucina, al tempo, viene descritta come “sovversiva”, per la capacità di rielaborare piatti classici con una visione personale e ricercata.

Il successo a Milano e l’apertura di Lume

Il vero salto di qualità avviene con il trasferimento a Milano, dove Taglienti diventa chef presso il ristorante Trussardi alla Scala. Qui perfeziona il suo stile, affinando una cucina che valorizza la purezza dei sapori e delle materie prime, con un’estetica raffinata e minimalista. In breve tempo, Taglienti diventa uno dei protagonisti della scena gastronomica milanese, tanto che nel 2016 apre Lume, il suo ristorante personale, situato nel distretto di design di via Watt.

Lume rappresenta la piena espressione della filosofia culinaria di Luigi Taglienti: una cucina che fonde il classico con l’avanguardia. L’ambiente è elegante e moderno, caratterizzato da ampie vetrate che lasciano entrare la luce naturale, creando un’atmosfera luminosa e accogliente. È qui che lo chef perfeziona il suo “menu della memoria”, una serie di piatti che celebrano la tradizione italiana reinterpretandola in chiave contemporanea. Piatti come il “Risotto al limone e pepe di Timut” e il celebre “Caciucco” lo consacrano come uno degli innovatori più audaci della cucina italiana. Quest’ultimo, in particolare, è considerato il suo piatto iconico: una rivisitazione del classico caciucco toscano, reso più leggero e raffinato attraverso tecniche moderne e l’uso di ingredienti d’alta qualità.

La visione di Taglienti è chiara: “Cerco di portare in tavola non solo un piatto, ma un racconto, una storia che racchiuda emozioni e memorie”, dichiara in un’intervista. Ed è proprio grazie a questa sensibilità che, nel 2017, Lume ottiene la stella Michelin, confermando il talento dello chef e l’apprezzamento per la sua filosofia culinaria.

La filosofia culinaria: tra tradizione e innovazione

Il successo di Taglienti non è solo legato ai riconoscimenti Michelin, ma alla sua capacità di rinnovare continuamente il linguaggio gastronomico italiano. La sua cucina è un omaggio alla tradizione italiana, ma senza nostalgie o eccessi di conservatorismo. Attraverso tecniche moderne e accostamenti insoliti, Taglienti riesce a conferire ai piatti una nuova dimensione. I sapori risultano puri, mai sovrastati, e l’estetica minimalista dei piatti rende ogni portata un’opera d’arte.

Uno degli aspetti più distintivi della sua filosofia è l’attenzione alla materia prima. Per Taglienti, ogni ingrediente è trattato con il massimo rispetto, esaltando le sue caratteristiche naturali. La scelta delle materie prime è accurata, spesso privilegiando prodotti locali e stagionali. Come sostiene lo stesso chef: “La qualità della materia prima è il punto di partenza per qualsiasi piatto. Senza di essa, nessuna tecnica può rendere un piatto eccezionale”.

Gli ultimi anni e il presente di Taglienti

Dopo la chiusura di Lume nel 2020, Taglienti ha intrapreso nuove collaborazioni e progetti. Attualmente, è impegnato in consulenze e collaborazioni con altri ristoranti e aziende, dove condivide la sua esperienza e continua a innovare nel settore della ristorazione. Di recente, si è anche dedicato a progetti di formazione per giovani chef, trasmettendo la sua filosofia e il suo know-how alle nuove generazioni.Le sue apparizioni a eventi gastronomici e la partecipazione come giudice in competizioni culinarie testimoniano il suo impegno e la sua influenza nel mondo della cucina italiana.  A oggi dirige IO nel cuore di Piacenza e situato nel cuore della chiesa  sconsacrata dedicata a Sant’Agostino. Il nuovo progetto dello chef nasce dal recupero della falegnameria annessa al Monastero, e si propone come un luogo di incontro tra arte, cultura e vita sociale.

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