Fico
Il fico comune (Ficus carica L.) è una pianta xerofila dei climi subtropicali temperati, appartenente alla famiglia delle Moraceae. È da tempi antichi che la pianta del fico viene apprezzata per i suoi falsi frutti omonimi, dolcissimi, succulenti e carnosi. Il fico viene coltivato in molti paesi: Turchia, Grecia, Stati Uniti, Portogallo e Spagna, sono i principali produttori. È un frutto altamente energetico. Vedi Come si fa la confettura di fichi.
La pianta di fichi
Il fico, Ficus carica, è una pianta appartenente alla famiglia delle Moraceae e al genere Ficus ed è un albero dal tronco corto e ramoso che può raggiungere altezze di 6–10 m. Produce frutti detti fichi che comunemente vengono ritenuti il frutto del fico, ma che è in realtà sono grosse infruttescenze carnose, a forma di pera, ricche di zuccheri quando maturi. Questa infruttescenza, il fico appunto, viene detta siconio ed è di colore variabile dal verde al rossiccio fino al bluastro-violaceo, è cava e all’interno sono racchiusi i fiori unisessuali, piccolissimi.
Le foglie del fico sono grandi, scabre, oblunghe, grossolanamente lobate a 3-5 lobi, di colore verde scuro sulla parte superiore, più chiare ed ugualmente scabre sulla parte inferiore.
Pianta maschio e pianta femmina
La specie ha due forme botaniche che semplicisticamente possono essere definite come piante maschio e piante femmina, dato che la prima (caprifico) produce il polline con frutti non commestibili, mentre la seconda o fico vero (pianta femmina che produce frutti commestibili) produce i semi contenuti nei frutti. La distinzione botanica è molto più articolata e complessa.
Terreno e clima
Il fico è una pianta tipicamente xerofita; pertanto, sebbene il fico si adatti facilmente ai terreni e alle zone in cui viene piantato, predilige i terreni argillosi e sabbiosi, soffre terre ad alto grado di umidità e al di sotto dei 10°C sotto lo zero ci sono buone possibilità che la pianta muoia.
Varietà di fichi
Possiamo trovare due tipi di piante: le piante che producono il frutto una sola volta, chiamate unifere o fico selvatico, e piante che producono due volte l’anno, chiamate bifere o fico domestico. Questa varietà di pianta produce due qualità di fichi:
- fichi primaticci che si formano nei mesi autunnali e vengono poi raccolti in primavera inoltrata
- fichi veri che si formano in primavera e vengono raccolti in estate.
I fichi che vengono raccolti nel mese di maggio chiamati anche fioroni, sono più grandi di quelli raccolti nel mese di settembre, chiamati fichi veri.
Esistono oltre 150 varietà di fichi, bianchi, marroni, viola, verdi e neri, ma dal punto di vista commerciale i più importanti sono:
Fico nero
Fico piuttosto asciutto e zuccherino, risulta essere il meno delicato.
Fico viola
Il più succoso, dolce, molto delicato.
Fico verde
È il più comune, è abbastanza succoso e ha buccia sottile.
Quando e come raccogliere i fichi dall’albero
I fichi freschi si trovano da giugno a ottobre a seconda della varietà; quelli secchi tutto l’anno.È importante aspettare che i fichi siano maturi prima di raccoglierli. Diversamente da altri frutti i fichi continuano a maturare una volta raccolti dall’albero, sono infatti frutti climaterici. Controllate il colore dei fichi durante la stagione della crescita, sebbene il colore dei fichi varia in base al tipo, riconoscerete presto il colore che il fico assume una volta maturo. Raccogliete il fico dall’albero lasciando il gambo attaccato al fico per ritardare il deperimento. Mangiate o utilizzate i fichi il prima possibile. Essendo un albero dai rami contorti, flessibili e fragili bisogna salire con un’apposita scala per non poggiare il peso direttamente sulla sua struttura.
Quando si comprano i fichi freschi devono presentarsi abbastanza morbidi e gonfi con un picciolo ben sodo. Non scegliere fichi se si presentano al tatto troppo molli o con un odore leggermente acido.
Come conservare i fichi freschi e secchi
Sono frutti molto delicati e pertanto vanno maneggiati con attenzione. Possono essere conservati in frigorifero per un paio di giorni ma in contenitori ben chiusi per evitare che assorbano gli odori di altri cibi. Il fico può essere congelato, ma deve essere consumato, al massimo, nel giro di 30 giorni.
I fichi secchi, invece, devono essere conservati in luogo fresco e asciutto, evitare, data la presenza di zucchero, di lasciarli in un posto in cui possano venire a contatto con insetti, e consumati entro la data di scadenza indicata sulla confezione.
Usi e ricette con i fichi
Il fico generalmente viene consumato al naturale come frutto da tavola, ma è ottimo anche aggiunto alle macedonie e ai dolci ma gustoso anche per accompagnare preparazioni salate o negli antipasti abbinato con il prosciutto o il salame o formaggi o per accompagnare carni, come nella ricetta del filetto di manzo e fichi, col coniglio e la selvaggina in genere, ma anche…sulla pizza, non per altro c’è il detto “mica pizza e fichi“. Inoltre, il fico, viene usato per la preparazione di confetture e composte un esempio è il fico affogato nel porto o nel whisky.
Modi di mangiare il fico fresco
Fichi secchi
Il fico secco invece può iniziare la sua essicazione già sull’albero, in buone condizioni di sole, per poi continuare per circa un settimana. Una volta completata l’essicazione naturale di norma si passano in una stufa per completare l’essiccazione. A volte, invece, i fichi si passano prima nelle stufe e poi si procede con l’essicazione naturale al sole per avere un prodotto dal colore più chiaro. Il fico secco può essere consumato così com’è, oppure farcito con noci, mandorle, arancia e ricoperto con del buon cioccolato. Le varietà più pregiate per l’essiccazione sono il Brogiotto Bianco, Brogiotto Nero, Dottato e S. Pietro, tutti con buccia fine e polpa carnosa, originari del Centro Sud.
La buccia dei fichi si mangia?
Tendenzialmente non andrebbe mangiata in quanto non potendo essere lavata per non sciupare la polpa potrebbe non essere pulita soprattutto se il frutto non proviene da una pianta che conosciamo e che sappiamo come è stata trattata, altrimenti potrebbe contenere antiparassitari. Di certo è da evitare di ingerire il latte che fuoriesce dal picciolo.
Un consiglio: è sempre bene aprire il fico in due prima di mangiarlo, perchè la sua polpa succosa e dolce potrebbe aver attirato qualche ospite indesiderato.
Ricette della tradizione con i fichi
Sono molte le ricette tipiche delle regioni italiane che vedono come ingrediente principale il fico. Di seguito alcuni esempi di ricette e preparazioni tradizionali.
Lonzino di fico marchigiano
Detto anche lonza di fico, lonzetta di fico o salame di fico è un dolce tipico marchigiano, prodotto principalmente nella provincia di Ancona. Il lonzino di fico è riconosciuto prodotto agroalimentare tradizionale delle campagne marchigiane e presidio Slow food dal 1999. Di forma cilindrica con una lunghezza tra i 15 e i 20 centimetri e circa 6 di diametro, si presenta avvolto da foglie di fico legate con fili proprio come una lonza. Al taglio il prodotto mostra un colore bruno-dorato con inserti chiari di frutta a guscio disseminati nella pasta. Il sapore è gradevole e dolce, si percepisce nettamente il gusto del fico essiccato, con un forte sentore di frutta a guscio.
Fegato alla veneziana con fichi
Il fegato alla Veneziana è una delle molteplici ricette tipiche della tradizione gastronomica veneta. Le origini di questo piatto, chiamato in veneto figà àea Venessian, risalgono al tempo dei Romani che usavano cucinare il fegato insieme ai fichi per coprirne l’odore un pò forte. I Veneziani col passare del tempo sostituirono i fichi con le cipolle e fecero diventare questa ricetta una delle più apprezzate della cucina veneta.
Cucciddati o buccelati siciliani
Sono dolci di Natale siciliani tipici preparati con fichi e mandorle. Solitamente a forma di ciambella vengono preparati in forme più ridotte: i cucciddatini. Gli ingredienti, variabili da luogo a luogo, consistono in fichi secchi, mandorle, noci, nocciole e pistacchi.
Altri usi
Oltre a consumare i frutti freschi o essiccati, il lattice di foglie e rametti di fico sono stati usati in passato per far cagliare il latte nella produzione di formaggi artigianali.
Troppi fichi sull’albero?
Un’ottimo motivo per fare una confettura. Scopri come si fa la confettura di fichi.
Zone di coltivazione in Italia e nel mondo
- In Italia la maggior parte della produzione viene dalle regioni meridionali e in special modo da Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Si segnala in Toscana la produzione dei Fichi secchi di Carmignano, in Provincia di Prato. È rilevante la produzione di fichi Bianchi del Cilento su cui si estende la Denominazione di Origine Protetta.
- Nel resto del mondo la coltivazione del fico si è sviluppata in diverse zone, ma in modo significativo nelle zone climatiche calde e aride, analoghe all’ambiente mediterraneo. Nel bacino del Mediterraneo oltre all’Italia ci sono importanti coltivazioni in Turchia, Grecia, Algeria, Spagna, Libia, Marocco, Egitto, Palestina, Francia; altri paesi di notevole importanza produttiva sono Portogallo, Siria, Russia, Arabia, India, Giappone, California, Argentina, Australia e molti altri.
Valori nutrizionali e calorie dei fichi
- I fichi sono frutti altamente energetici, per l’alto contenuto di zuccheri, forniscono, infatti, 47 Kcal per 100 grammi di prodotto mentre i fichi secchi arrivano a 280 calorie per 100 gr.
- L’acqua ne costituisce l’82% in peso.
- Nel fico si annovera un cospicuo contenuto di carboidrati (11%), circa il 2% di fibre, l’1% di proteine e pochissimi grassi (0,2%).
- I fichi sono un concentrato di sali minerali, in particolare potassio, magnesio e ferro, ma anche le vitamine antiossidanti rivestono un ruolo importante.
- Vanno consumati con moderazione da chi è a dieta.
Proprietà terapeutiche
Il fico è sfruttato anche in ambito fitoterapico per le molteplici virtù terapeutiche. In questi ultimi anni sono state sempre più apprezzate le sue proprietà:
- emollienti ed espettoranti;
- rimineralizzanti;
- di alleviare la tosse persistente;
- lassative;
- disinfettanti/antinfiammatorie della bocca e del cavo orale in generale (decotto di latice);
- caustiche: il lattice sgorgante dai tagli è ricco di proteasi ed amilasi: a tal proposito, risulta un buon rimedio naturale per eliminare le verruche. Ad ogni modo, il lattice del fico dev’essere comunque utilizzato con cautela, per evitare di subire pesanti irritazioni della pelle;
- antinfiammatorie;
- digestive.
Si consiglia sempre di consultare il proprio medico di fiducia.
Il lattice del fico
Una volta distaccati i frutti dal ramo viene prodotta una secrezione di colore bianco, visibile sia sul picciolo del frutto sia sul ramo. La medicina popolare suggerisce di spalmare questo lattice sulla pelle per stimolare e intensificare l’abbronzatura. In realtà, il lattice del fico è fortemente irritante e può ustionare la pelle.
Cenni storici
Testimonianze della sua coltivazione si hanno già nelle prime civiltà agricole di Palestina ed Egitto, da cui si diffuse successivamente in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. Se per definizione è detto “Fico Mediterraneo”, si considera originario e comune delle regioni Caucasiche, e del Mar Nero. Solo dopo la Scoperta dell’America il fico si diffuse in quel continente, in seguito in Sud Africa, per i contatti con l’Oriente fu diffuso in Cina ed in Giappone; infine giunse in Australia. Anche i Fenici e gli Etruschi, sono tra le popolazioni antiche che si nutrivano di fichi.
Il fico nella storia: pianta sacra e che aiuta l’intelligenza
- In India l’albero di fico è ritenuto sacro e la pianta viene chiamata Ficus Religiosa, così come per i romani, che lo regalavano come augurio di un felice e prospero anno. Plinio sosteneva che mangiare fichi ”rende più forti i giovani, aiuta la salute degli anziani, e attenua le rughe”.
- In Grecia il fico è stato protagonista di moltissimi miti e si dice che Polifemo usasse il succo prodotto dal fico per coagulare il latte e produrre formaggi nella sua grotta, così anche per Aristotele che in un suo scritto testimonia la tecnica di coagulazione del latte sia di origine animale che con il succo di fico.
- Platone, convinto che aiutasse a rendere intelligenti, era un grande consumatore di fichi tanto da essere soprannominato “mangiatore di fichi”.
La foglia di fico
Nella Bibbia, ad esempio, viene citato come il primo vestito della storia. Adamo ed Eva si coprivano le parti intime con foglie di fico. Nel Vecchio Testamento, il fico viene citato come emblema di abbondanza.
Modi di dire
Sono davvero molti i modi di dire con il fico. Di seguito la spiegazione dei più comuni e usati. Perché si dice:
cogliere i fichi in vetta
Cioè: fare un’inutile bravata, rischiare per sventatezza o vanagloria, come chi vuole arrampicarsi su un fico per cogliere i frutti più in alto. Il fico ha i rami molto fragili, che si spezzano facilmente sotto il peso.
fare i fichi
Essere molto cerimoniosi, svenevoli, tutti moine e complimenti. Si riferisce alla dolcezza di questo frutto.
non valere un fico secco
Valere pochissimo, meno di quanto può valere un fico essiccato.
mica pizza e fichi
Questa espressione si utilizza per indicare che qualcosa possiede un valore importante, caratteristiche prestigiose a differenza della pizza, che è fatta con ingredienti poveri, e i fichi che in antichità venivano considerati pane dei poveri vista la loro abbondanza.
fare le nozze coi fichi secchi
Così si dice a chi si rende ridicolo volendo realizzare qualcosa con eccessiva economia, oppure senza avere i mezzi necessari.
Sagre dei fichi
- La Sagra dei Fichi a San Mango sul Calore (AV)
- Sagra dei fichi secchi a Miglionico (MT)
- Festa dei Fichi a Galeata (FC)
- Sagra dei Fichi a Roncofreddo (FC)
- Festa dei Fichi a Vicchio (FI)
- Sagra dei Fichi a Villamar (CG)
- Sagra dei fichi a Pisterzo (LT)
Nei dialetti italiani
- In Abruzzo si dice: fequere, filacciane, fullàcchie
- In Calabria: fico secco: cùzzula, ficandiana, ficandianara, ficandianu, ficara, ficarazza, gotta
- In Campania: fico d’India: fecoreneia
- In Emilia Romagna: figh
- Nel Lazio: fallacciano, ficora
- In Lombardia: fich, figar (Mantova), figh (Mantova), fighèr, fiura (Bergamo), fiurùn (Valtellina), hich (Germasino-Co)
- In Sardegna: ‘ichu, ‘ichumurisca, ficu, figu
- In Sicilia: ficu, ficudinnia
- In Trentino Alto Adige: fich
- In Umbria: ficu
- In Valle d’Aosta: fegga
- In Veneto: figo, figoseco
Nelle altre lingue
- In Inglese si dice: fig
- In Spagnolo: higo
- In Francese: figue
- In Tedesco: feige