Chef a domicilio. Tutti gli step per avviare la tua attività
La professione dello chef a domicilio nasce in tempi recenti e, proprio per questo motivo, ancora oggi ci sono molti dubbi sulle sue mansioni.
Uno chef a domicilio si occupa di cucinare direttamente nelle case dei clienti, dando loro la possibilità di decidere quali pietanze assaggiare durante il pranzo o la cena.
Nonostante si tratti di una professione nuova, possiamo vedere una tendenza marcata: i cuochi a domicilio preferiscono essere freelance. Infatti, la libera professione permette dei notevoli vantaggi, come la possibilità di scegliere i lavori che garantiscono maggiori margini di guadagno o di carriera.
Ed ora una domanda molto gettonata: quali sono gli step per avviare l’attività di chef a domicilio?
Come si diventa chef a domicilio?
Da quando questa professione è sbarcata in Italia, sono molti a chiedersi quali step sono necessari per avviare l’attività.
Ebbene, se hai già lavorato in un ristorante, sei un cuoco professionista e vuoi sperimentare una nuova frontiera di questo lavoro, fare lo chef a domicilio potrebbe essere l’opportunità giusta per te.
Quali sono i requisiti necessari per lavorare in questo settore?
Non sono richiesti requisiti particolari, ma una buona dose di esperienza alle spalle è fondamentale per poterti imporre subito come leader nel settore tramite il personal branding, che puoi fare semplicemente sfruttando i tuoi canali social, come Facebook o Instagram.
Oltre a questo, visto che lavorerai in ambito alimentare, dovrai essere in possesso della certificazione HACCP, che descrive le norme igienico-sanitarie da applicare.
Come aprire la Partita IVA come chef a domicilio?
Lo chef a domicilio è un’attività che si inquadra in un’ottica di libera professione e, di conseguenza, devi aprire una Partita IVA.
Una delle domande che coloro che si avvicinano al mondo della libera professione si pongono più spesso riguarda il costo della Partita IVA, ma devi sapere che questa non prevede alcuna spesa e può essere aperta direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate.
Tuttavia, visto che sono necessarie alcune competenze specifiche, è consigliabile rivolgersi ad un consulente fiscale, come Fiscozen, che possa occuparsi dell’apertura della Partita IVA per te. In particolare con loro hai la possibilità di ricevere una consulenza gratuita e senza impegno per ricevere risposta ad ogni tua domanda, fin quando non sarai pronto ad aprire.
Quante tasse paga uno chef a domicilio?
Uno dei principali vantaggi che avrai dopo aver aperto la tua Partita IVA come chef a domicilio sarà quello di poter promuovere la tua attività, sia online che offline.
Inoltre, potrai sfruttare la tassazione agevolata offerta dal regime forfettario, che ti consente di pagare solo il 15% di tasse, o addirittura del 5% per i primi 5 anni di attività.
Un secondo beneficio del regime forfettario riguarda la possibilità di operare in franchigia IVA, quindi senza dover inserire l’IVA in fattura. Questo ti renderà molto più competitivo rispetto alla concorrenza.
Per poter rimanere nel regime forfettario dovrai rispettare anche alcuni limiti, come il fatturato massimo, che deve essere di 65.000€ all’anno.
Esempio di tasse e contributi per uno chef a domicilio
Nel dettaglio, quante tasse paga un cuoco a domicilio? Per scoprirlo vediamo un esempio pratico.
Prima di aprire la tua Partita IVA dovrai affrontare una fase delicata: la scelta del codice ATECO. Da questo dipenderà il tuo coefficiente di redditività e quindi la percentuale di fatturato sulla quale devi pagare tasse e contributi.
Ipotizziamo che tu decida di aprire la tua attività di chef a domicilio con il codice ATECO 74.90.99 (corrispondente ad Altre attività professionali NCA), che ha un coefficiente di redditività pari al 78%.
Se hai generato un fatturato totale di 20.000€ le tasse si calcoleranno in questo modo:
- Base imponibile 20.000€ x 78% = 15.600€
- Totale tasse da pagare 15.600€ x 5% = 780€
Allo stesso modo, dovrai calcolare i contributi INPS che, visto che i cuochi a domicilio non hanno una cassa professionale, devono essere pagati alla gestione separata, con una percentuale del 26,23%:
- Base imponibile 20.000€ x 78% = 15.600€
- Totale contributi da pagare 15.600€ x 26,23% = 4.092€
N.d.a. : gli esempi fiscali riportati in questo articolo sono quelli in vigore al 3/9/2022 forniti da Fiscozen.