Formaggi sardi
La Sardegna è una terra meravigliosa, dove la natura domina in tutta la sua magia e dove è possibile scoprire alcune delizie a dir poco speciali. Tra queste, rientrano i formaggi.
Parlare dei formaggi sardi significa aprire un capitolo all’insegna dei sapori e della potenza della storia. Se vuoi sapere quali sono i migliori, nelle prossime righe puoi trovare alcune dritte utili.
Formaggi sardi, cosa sapere
La tradizione casearia sarda è estremamente ampia. Guardandola nel dettaglio, è possibile parlare della presenza di un ristretto elenco di formaggi DOP (Denominazione di Origine Protetta, uno dei più importanti marchi di tutela giuridica per le eccellenze italiane).
Di quali si tratta di preciso? Del pecorino romano, del pecorino sardo e del fiore sardo (potete trovare questi formaggi sardi su questo sito). Vediamo le peculiarità che rendono speciale ciascuno di essi.
Pecorino romano
Partiamo da questo formaggio perché, oggettivamente, il suo nome è a dir poco curioso. Non si tratta di un prodotto che vede la luce in Lazio ma, come già specificato, di un’eccellenza (anche) sarda.
Per essere precisi, è infatti bene ricordare che, come recitano i dettagli della denominazione DOP – che è stata assegnata a questo formaggio nel 2001 – il latte che viene utilizzato per crearlo deve provenire dalla Sardegna, dal Lazio o dalla zona di Grosseto.
Doveroso è far presente che oltre il 90% dei produttori di questa delizia hanno sede in Sardegna. Un altro dettaglio interessante riguarda il fatto che, per poter distinguere il pecorino romano prodotto in Sardegna da quello legato a filiere della Regione che ospita la capitale d’Italia, è necessario che quest’ultimo sia caratterizzato dalla presenza della denominazione “Pecorino romano del Lazio”.
I dati sopra ricordati, che parlano di un bassissimo numero di produttori di pecorino romano nel Lazio – per la precisione due – devono essere letti alla luce di alcuni avvenimenti storici precisi. Uno dei più importanti riguarda l’introduzione del divieto di salagione all’interno delle mura romane, disposizione legislativa che ha portato molte realtà casearie a lasciare la capitale e a trasferirsi in Sardegna.
Pecorino sardo
Il pecorino sardo non ha praticamente bisogno di presentazione. Nel momento in cui si pensa a questa meravigliosa terra, tra le eccellenze che vengono subito in mente c’è il pecorino.
Cosa dire in merito a questo formaggio? Prima di tutto che è disponibile in due versioni. Si può parlare di preciso di un pecorino sardo giovane – caratterizzato cioè da una stagionatura compresa tra 1 e 2 mesi – e di uno più maturo (in quest’ultimo caso, la stagionatura corrisponde a 6 mesi).
Fiore sardo
Parlare di questo formaggio significa immergersi nella storia della civiltà sarda. Per rendersi conto della sua importanza e di quanto è antico, è bene specificare che veniva prodotto già in piena età del bronzo, ossia il culmine della civiltà nuragica.
Il suo nome è oggettivamente affascinante e deriva da un dettaglio ben preciso. Di quale si tratta? Della forma degli stampi utilizzati per marchiarlo, che ricordano i contorni di fiori come l’asfodelo e la peonia (si tratta di stampi realizzati in legno di castagno).
Per produrre il fiore sardo si utilizza latte fresco, intero e soprattutto crudo. Quest’ultimo, viene coagulato con il caglio in pasta di agnello o di capretto. Quando si parla del fiore sardo, è doveroso specificare che si tratta di un formaggio a pasta dura – risulta estremamente compatta e, fatta eccezione per casi rari, non presenta occhiature – dal sapore piccante. Formaggio da tavola, nelle situazioni in cui viene sottoposto a una stagionatura superiore ai 6 mesi può essere utilizzato anche come formaggio da grattugia.