Vertical farming: l’agricoltura verticale è il futuro?
Negli ultimi anni, il vertical farming o agricoltura verticale ha attirato un’attenzione crescente come soluzione innovativa per affrontare le sfide legate alla produzione alimentare globale. Questo approccio rivoluzionario promette di trasformare il modo in cui coltiviamo gli alimenti, con implicazioni significative per la sostenibilità, l’efficienza e la sicurezza alimentare. In questo articolo, esploreremo cos’è l’agricoltura verticale, come funziona e perché potrebbe rappresentare il futuro della coltivazione sostenibile.
Che cos’è il vertical farming?
Il vertical farming è un metodo di coltivazione che prevede la crescita delle piante in strati impilati verticalmente, spesso all’interno di strutture chiuse come edifici, container o serre. Utilizza tecnologie avanzate come la tecnica idroponica, aeroponica e acquaponica, insieme a sistemi di illuminazione LED e controllo climatico, per creare un ambiente di crescita ottimale indipendente dalle condizioni climatiche esterne. Nello specifico in cosa consistono queste metodologie e cosa significano?
1. Idroponica: le piante crescono in una soluzione nutritiva liquida senza suolo, con le radici direttamente immerse nell’acqua arricchita di nutrienti.
2. Aeroponica: le radici delle piante sono sospese nell’aria e vengono nebulizzate con una soluzione nutritiva, offrendo un’assimilazione efficiente dei nutrienti.
3. Acquaponica: una combinazione di acquacoltura e idroponica, dove i rifiuti dei pesci vengono convertiti in nutrienti per le piante, creando un ecosistema simbiotico.
Vantaggi del vertical farming: sostenibilità e uso efficiente delle risorse
Uno dei maggiori vantaggi dell’agricoltura verticale è la sua capacità di utilizzare le risorse in modo estremamente efficiente. Secondo uno studio della Association for Vertical Farming, l’agricoltura verticale può utilizzare fino al 95% in meno di acqua rispetto all’agricoltura tradizionale. Questo è particolarmente significativo in un contesto di crescente scarsità idrica globale.
Inoltre, la coltivazione indoor elimina la necessità di pesticidi e erbicidi, riducendo l’impatto ambientale. L’uso di tecnologie LED per l’illuminazione permette un risparmio energetico, poiché queste luci sono progettate per fornire solo le lunghezze d’onda di luce necessarie per la fotosintesi, migliorando ulteriormente l’efficienza.
Produttività e sicurezza alimentare
Il vertical farming può produrre raccolti tutto l’anno, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche e, come abbiamo visto, in modo del tutto sano e salutare. Questo non solo aumenta la produttività, ma anche la sicurezza alimentare, poiché le coltivazioni non sono soggette a eventi climatici estremi come siccità o inondazioni. Secondo uno studio del MIT, un’azienda agricola verticale può produrre fino a 390 volte più cibo per metro quadrato rispetto all’agricoltura tradizionale. Un’impostazione del genere a livello globale potrebbe ridurre il problema della fame nel mondo. Solo nel 2022, secondo la FAO, 735 milioni di persone sul nostro pianeta hanno sofferto la fame, indipendentemente che si parli di paesi ricchi o poveri.
Riduzione del trasporto e della logistica
La produzione alimentare in prossimità dei centri urbani riduce significativamente i costi e l’impatto ambientale legati al trasporto. Gli alimenti coltivati in fattorie verticali urbane possono essere distribuiti localmente, riducendo la necessità di trasporti a lunga distanza e diminuendo le emissioni di CO2. Questo migliorerebbe anche la freschezza e la qualità dei prodotti disponibili ai consumatori.
Sfide e limiti
Nonostante i numerosi vantaggi, il vertical farming deve ancora affrontare diverse sfide per diventare una pratica diffusa su larga scala. Una delle principali difficoltà è rappresentata dagli alti costi iniziali di installazione e manutenzione delle strutture e delle tecnologie necessarie. Tuttavia, con l’avanzare delle tecnologie e la crescente domanda di soluzioni sostenibili, è probabile che questi costi diminuiscano nel tempo.
Un’altra sfida è la necessità di competenze tecniche specifiche per gestire e ottimizzare i sistemi di coltivazione verticale. È essenziale formare adeguatamente gli operatori e sviluppare software e sistemi automatizzati che possano monitorare e controllare i vari parametri di crescita. In Italia come siamo messi?
Lo stato attuale del vertical farming in Italia
L’Italia, con la sua ricca tradizione agricola e la varietà dei suoi prodotti, ha iniziato a esplorare il vertical farming come una possibile soluzione alle sfide agricole moderne. Alcuni progetti pionieristici sono già stati avviati, soprattutto nelle grandi città come Milano e Torino. Questi progetti puntano a sfruttare spazi urbani inutilizzati per creare fattorie verticali che possano produrre cibo fresco e locale. Vediamone alcuni:
- Planet Farms: situata vicino a Milano, Planet Farms è una delle più grandi fattorie verticali d’Europa. Utilizza tecnologie avanzate per coltivare verdure a foglia verde e altre colture, con un uso minimo di acqua e senza pesticidi. Questo progetto rappresenta un esempio di come l’Italia possa essere un pioniere nel settore del vertical farming.
- Fattorie Verticali a Torino: Torino sta sperimentando l’agricoltura verticale attraverso iniziative locali che mirano a trasformare gli spazi industriali dismessi in centri di produzione alimentare sostenibile. Questi progetti, spesso in collaborazione con università e centri di ricerca, stanno cercando di sviluppare tecnologie e pratiche ottimali per l’ambiente urbano.
Voi, cosa ne pensate? Favorevoli o contrari? Avete mai assaggiato nulla proveniente dal vertical farming?